Alexandria Ocasio-Cortez

CHI SI ARRENDE È PERDUTO

Nata nel Bronx il 13 ottobre 1989, da padre architetto nato e cresciuto nel celebre quartiere newyorkese e madre Portoricana.

  • Si laurea all’ Università di Boston in Economia e Relazioni Internazionali.
  • Nel 2008 avviene  la morte del padre a causa di una malattia: per aiutare la madre che lavora come donna delle pulizie, finito il college torna nel Bronx  e fa  due lavori: in un bar e in una taqueria.
  •  Grazie all’aiuto finanziario del Sunshine Bronx Incubator, riesce poi a fondare una casa editrice:  la Brook Avenue Press, specializzata in libri per bambini, per dare un’immagine positiva del Bronx.
  • Nel 2016  lavora alla campagna di Bernie Sanders per le primarie del partito che poi vennero vinte da Hillary Clinton.
  • Decide  di scendere in campo in prima persona annunciando la sua candidatura, sostenuta da molte associazioni, alle primarie dei democratici per il senato del XIV° distretto di New York ovvero quello del Bronx e del Queens.

LA SVOLTA

Contro di lei alle primarie dem c’era Joe Crowley, una sorta di leader dei dem a New York e che dal 2013 rappresentava quel distretto.

In teoria  non doveva esserci partita vista anche la differente potenza economica:

da una parte Joseph Crowley  che con la sua campagna raccoglie fondi per 3,4 milioni di dollari, dall’ altra Alexandria Ocasio-Cortez invece ha potuto contare soltanto su 194.000 dollari.

 Ma il 26 giugno 2018 avviene una sorta di miracolo alle primarie:

 la Ocasio-Cortez  con il 57,1% (15.897 voti) sconfigge  Crowley che si è fermato  al 42,2% (11.761 voti).

La notizia del clamoroso successo ha subito fatto il giro non solo degli Stati Uniti, ma del mondo intero. A soli 28 anni infatti é una delle più giovani di sempre in corsa per il Congresso.

In poco tempo Alexandria Ocasio-Cortez diventa  una sorta di icona, non solo politica.

Divisa tra  il suo impegno per una sanità gratuita per tutti, per l’abolizione del dipartimento per l’immigrazione e le frontiere e per un sistema di finanziamento alle campagne elettorali più trasparente, ha senza dubbio infiammato l’anima più a sinistra dei Democratici .

Nota: Ha un risalto così mediatico che il rossetto che ha ammesso di usare ha subito fatto registrare una impennate nelle vendite.

GIOVANE, DONNA E ISPANICA

…i tre gruppi traditi e marginalizzati dalla società americana.

Lei e le  sue colleghe del congresso provenienti da minoranze entiche:

-Ayanna Pressley,

-Rashida Tlaib 

-Ilhan Omar

Si sono trovate al centro dell’attenzione quando  il Presidente Trump le ha invitate a ritornare nei “paesi inetti da cui sono venute”.
Peccato che gli attacchi ricevuti faranno effetto  boomerang   rendendo ancora più forte questa giovane politica sui media.

Ahimè la storia delle offese non finisce: dopo aver ricevuto anche insulti sessisti dal collega Yoho, laOcasio-Cortez tiene un discorso a difesa delle donne e contro la violenza che subiscono, raccontando l’episodio di cui è stata vittima causato dal  deputato repubblicano.
La democratica fa notare come questo non fosse stato un incidente ma parte di un a normalità quotidiana che le donne subiscono quotidianamente  sui luoghi di lavoro.

Insistendo sul fatto che il linguaggio violento nei confronti delle donne è radicato culturalmente.

Pubblicamente rifiuta le scuse che non possono essere accettate perché significherebbero accettare un linguaggio e giustificarlo. Deve essere affrontato attraverso la quotidiana educazione e consapevolezza.

6 GENNAIO 2021: SOSTENITORI DI TRUMP ASSALTANO IL CAMPIDOGLIO

Gruppi di manifestanti pro Trump hanno fatto irruzione, alcuni armati, all’interno del complesso di Capitol Hill, dove il Congresso era riunito per certificare l’elezione di Joe Biden. All’esterno e all’interno del Campidoglio è successo di tutto: scontri, spari, lancio di lacrimogeni. Trump non ha parlato in tv ma è intervenuto sui social per invitare i manifestanti ad andare a casa, ma dando esplicitamente loro ragione, ribadendo ancora una volta le false accuse di una elezione nella quale gli è stata rubata la vittoria.

L’assalto al Campidoglio è stato come essere violentata. Di nuovo.

Hanno avuto un mese per condannare quello che è successo il 6 Gennaio, e non l’hanno fatto. Non hanno mai detto di essere dispiaciuti per aver spalleggiato quell’orda di barbari antidemocratici che hanno invaso il Campidoglio, di avergli detto dov’erano i nostri uffici, gli uffici di quelli da punire. Anzi ora vorrebbero quasi che fossi io a scusarmi per starla facendo più grossa di quel che è. E di cosa dovrei scusarmi? Di averli mostrati per quello che sono? Eh no, stavolta no. Non mi scuserò mai per aver detto la verità, per aver raccontato le cose come stanno. Continuerò a pretendere che questi signori, gente come Ted Cruz -che mi voleva morta- e i suo sgherri, si assumano le loro responsabilità, invece di chiedere a me di scusarmi».

«Non di nuovo. L’ho pensato ossessivamente in quelle ore di intollerabile violenza. E lo penso ancora: Non di nuovo. Non lascerò che succeda di nuovo. Non lascerò che succeda a me, a tutte le persone che sono state vittime di violenza. E non lascerò che succeda al nostro Paese».
«In quel momento ho pensato che fosse finita. Se ci penso adesso potranno essere stati 5 secondi, o dieci, o magari un secondo solo di terrore puro, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che se fossi morta lì, in quel momento, avevo fatto il possibile per dare un senso alla mia vita, per farne qualcosa di buono, e speravo che i miei colleghi avrebbero portato avanti le mie battaglie. E nello stesso tempo pensavo anche che no, non sarei morta così. E poi pensavo anche a quell’altra volta in cui mi ero sentita nello stesso modo. Non riuscivo a fermare i pensieri. E la paura».

«Non ci sono state conseguenze nel gruppo Repubblicano per la violenza. Nessuna conseguenza per il razzismo. Nessuna conseguenza per la misoginia. Nessuna conseguenza per l’insurrezione. E questo è inaccettabile perché nessuna conseguenza significa condono. Perché il silenzio è accettazione. E io non accetto di essere violentata di nuovo»,

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