L’Incollocabile

Me l'hanno proprio detto: sono incollocabile.Ho un diploma in Tecnico dei Servizi Sociali, che ormai non è più riconosciuto. La laurea non ho potuto conseguirla per motivi economici.Mi sono finalmente trasferita a Milano nel 2014, prima vivevo nella sperduta campagna bergamasca, non potendo guidare per motivi di disabilità visiva, ero tagliata fuori da qualsiasi lavoro non raggiungibile con i mezzi pubblici: mi avevano proposto di farmi 15km in bici alle 5 del mattino per fare portierato d'albergo. Ovviamente ho rifiutato.Finalmente arrivata a Milano nel 2014, ho potuto cominciare a fare colloqui su colloqui, corsi su corsi, rivolgermi ad agenzie su agenzie. Ma niente, sapete perché? Perché avevo già 27 anni, quindi ero in età da figli. Un ragazzo della mia età e con il mio diploma non avrebbe avuto nessuna difficoltà a trovare lavoro. Finalmente, nel 2018, trovo un lavoro come receptionist, ovviamente a tempo determinato, ma in realtà era un office management completo. Sottopagata. A fine contratto, sono stata lasciata a casa.Nel 2019 mi sembra di vedere la luce con un'APL (Agenzia Per il Lavoro) che gestisce solo Categorie Protette come me, e mi ci affido: tramite un'iniziativa di Regione Lombardia chiamata Dote Unica Lavoro mi trovano prima un colloquio tramite una cooperativa che collaborava con loro, ma il colloquio è andato pessimamente perché mi trattavano tutti come una persona con ritardo mentale (che non ho), poi una prima occupazione…

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Simone De Beauvoir e la soggettivazione dell’Altra

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Sono donna e devo giustificarlo.Come guadagnare uno spazio in cui esprimersi e realizzarsi, in un mondo che non permette alcuna formula di inserimento della donna nel circuito sociale, plasmato e controllato dagli uomini, e la relega a semplice oggetto privo di qualunque facoltà? Come combattere questa condizione imposta, come ribellarsi? In una società che ancora non ammette una soggettivazione indipendente dal genere, rendersi soggetti richiede l’azione: il sé diviene frutto di una produzione. Questa dimensione pratica, anticipata dal filosofo francese Michel Foucault, passa attraverso un paradossale punto ossia quello di oggettivare il soggetto stesso, rendendolo cosa, nominandolo, determinandolo e qualificandolo. Perché vi sia soggetto è necessario porsi in relazione con gli altri, inscriversi in categorie più o meno fisse che ci rendono “oggetto di sapere altrui” Partendo innanzitutto dalla rottura dei rapporti di dipendenza uomo-donna e dallo storico discredito attribuito al genere femminile. Decostruendo, ove possibile, gli stereotipi ed evidenziando le falle di una convinzione aprioristica e priva di sostegno morale o scientifico del sistema patriarcale, la soggettivazione delle donne deve essere intesa come costruzione della propria identità e posizionamento all’interno di un sistema societario di relazioni e gerarchie da ridefinire interamente. Photo by Thierry Ehrmann Nel suo saggio “Il secondo sesso”, l’autrice Simone De Beauvoir parte dalla critica alla subalternità della donna all’uomo, sostenuta da figure e ruoli attribuiti che non hanno mai permesso al presunto sesso debole di costituirsi…

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Insein – Viaggio tra le Torture di ieri e di oggi

Siamo a Yangon,  capoluogo dell'omonima Regione di Yangon,è la più grande città del Myanmar, di cui è stata la capitale fino al 2005. E' famosa per molti suoi aspetti, tra cui uno dei più mostruosi: la sua prigione a forma circolare: La prigione di Insein diventata famigerata per le sue dure condizioni e per la tortura dei prigionieri durante mezzo secolo di dittatura militare. Per oltre 130 anni, la prigione di Insein è stata il centro della brutalità per le sue condizioni disumane, la corruzione, l'abuso dei detenuti e l'uso della tortura fisica e mentale. Insein -Le Testimonianze- Le testimonianze di un ex prigioniero ci riportano i seguenti fatti: "A Insein, le malattie e gli infortuni di solito non vengono curati. Quando avevamo la febbre non ci davano mai medicine. Se la condizione diventava molto grave, solo allora ti mandavano all'ospedale della prigione, dove morivano molte persone. I detenuti malati volevano andare all'ospedale, ma le guardie non ce li mandavano mai, o almeno, finché non fosse già troppo tardi.In tanti morivano una volta arrivati ​​in ospedale. Ho avuto la febbre ma non volevo andare al loro ospedale, perché avevo paura dei loro aghi sporchi e delle malattie contagiose. In ospedale hanno medici, ma non abbastanza medicine". Winston Htoo Lo stesso prigioniero ha continuato: " Ci hanno permesso di fare il bagno una volta al giorno. Dovevamo allinearci in file di 5 uomini alla volta, e ci venivano concesse…

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Birmania al secolo Myanmar

La Birmania, al secolo Myanmar, è una terra che vede la sua popolazione frammentata in molti gruppi etnici, la maggioranza , circa il 69%, è birmana e il resto è suddiviso in molte minoranze ,che sin dall'indipendenza sono state coinvolte in diversi conflitti armati con il governo centrale. Una nota di dolore viene aggiunta a quella già esistenze se si parla del gruppo dei  Rohingya, di religione musulmana, vittime di persecuzione e privazione della cittadinanza. Nonostante  il paese stia registrando uno sviluppo economico in tutti i settori, resta uno dei paesi più poveri e meno sviluppati del pianeta. LA CONDIZIONE DELLA DONNA IN MYANMAR Dove c'è povertà si manifestano fenomeni come prostituzione, schiavismo e altre atrocità che la fame porta con se. Non è una giustificazione, ma un dato di fatto. L'icona Aung San Suu Kyi non deve ingannare: se il Nobel per la pace è il simbolo del nuovo Myanmar, la condizione femminile è tutta un'altra storia e le donne restano invisibili e discriminate in una società maschilista. Con limiti e barriere culturali incomprensibili a occhi occidentali. Le giornaliste, tanto per fare un esempio, non possono scattare foto o girare video di una folla, riprendendola dall'alto, perché in quanto donne non è loro concesso di stare "sopra" i maschi. La stessa San Suu Kyi ha potuto fare molto di quel che ha fatto perché figlia del venerato generale Aung. La…

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ABBOZZA-LA PAROLA DELLA SOPRAVVIVENZA

#ABBOZZA is the new just do it Abbozza Se ho imparato una cosa dalla gravidanza over 40, dalla DAD, dall'essere madre di una seienne è la sopravvivenza ma anche ripetersi in loop Abbozza, funziona piuttosto bene. SO-PRAV-VI-VEN-ZA: La condizione di chi sopravvive ad altri ( non sono rari i casi di s. dei genitori ai figli ) o di quanto esiste ancora pur appartenendo a un tempo sentito come sorpassato ( la s. di certi pregiudizi ). Sopravvivenza dell'anima, la vita dell'anima nell'aldilà dopo la morte.In statistica: tavola di sopravvivenza, tavola di mortalità. La didattica a distanza mi scorre ormai nelle vene e la certezza che non ne usciremo me l'hanno appena data due figure illustrissime che dopo una lotta ad armi pari basata su conoscenze e potere hanno messo fine ad ogni mia speranza di un rientro in presenza. E' praticamente scoppiato un casino a scuola tra la dirigente scolastica e il sindaco di questa ridente cittadina in cui vivo. Vi assicuro: questi due hanno dato luogo a scene viste solo in Don Camillo e Peppone (telefilm in bianco e nero assolutamente da vedere). Punti salienti della faida: Un plesso di circa 1000 componenti tra personale ATA, amministrativi , maestri e studenti, di un comprensorio di 3 strutture ben distinte. 7 contagi Covid (numero esatto). Scuole chiuse. Il succo del discorso è che la figlia del sindaco frequenta il nostro istituto pubblico il che porta…

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DAD . Whatsapp. Settimo Mese

Anno nuovo stesse gioie. Ok non è vero. Le gioie sono diventate poche, pochissime. Non dormo e siamo in dad. Eh già! Alla fine la abbiamo presa in pieno, ed è stato come prendere un Frecciarossa dritto in faccia, hanno deciso di chiudere tutto il plesso e così questi 700 , circa, alunni di un età compresa tra i 6 anni e i 14 sono in Didattica a Distanza con un preavviso di 48 ore (festivi, ce lo hanno comunicato venerdì pomeriggio e loro il sabato non vanno a scuola). Avete mai visto una lezione in questa modalità? NO? Certo, perché bisogna arrivarci alla lezione, vi capisco. Anche noi la stavamo per perdere. Siamo pronte, Maria ed io. Cerco l' orario delle lezioni che lo si trova, in teoria, sia sulla mail scolastica ( classroom è di gmail e entra sempre in contrasto con gli altri miei account Google) che sui vari gruppi Whatsapp (quello ufficiale della classe, il sottogruppo, il gruppo delle mamme del parco, il gruppo delle mamme alcolizzate.. In realtà sono in tutti i gruppi tranne in quello ufficiale, storia lunga) della classe. Per facilità scelgo di chiedere su WA il link diretto. "Mamma mentre fai qui posso giocare con i lego?" "Si, ma te le dico, ci metto un attimo " Apro Whatsapp. Sottogruppo Io:- Mamme il link?- Mamma 1 :-Aspe- Mamma 2:-Aiutooooo la pass della mail…

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Le parole fanno male

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Le parole fanno male. Le parole a volte fanno più male dei fatti, ed aiutano a perpetuare un idea sbagliata all’interno di una società. Prendiamo ad esempio il termine “brutto” o “alto”. Singolarmente non ci sembrano avere così tanto peso, ma se uno di noi si identifica con questa caratteristica, e la ritiene negativa, quando gli/le viene detta questa parola, sentiranno tutto il peso di essere non all’altezza della società che li circonda. Poi c’è un altro caso, quando non è l’individuo a ritenere quella caratteristica negativa, ma tutta una società che definisce negativamente – e caratterizza implicitamente tutti gli appartenenti a – una determinata categoria. Ed è proprio allora che anche se non ce n’è rendiamo conto usiamo le parole per ferire persone che non conosciamo neanche. Ho avuto la fortuna di poter vedere un video di una coraggiosa madre australiana, che ha iniziato un movimento contro l’uso delle parole negative: Jannie Fenton. Secondo quello che lei insegna parlando di disabilità, la negatività è negli occhi di chi guarda, e che qualsiasi idea o parola negativa viene dalla società che ci circonda e che noi tutti aiutiamo a modellare. Le persone per rispettare gli altri e creare una società eticamente positiva dove tutti possano vivere senza soffocare, dovrebbero fare tre cose: primo, controllare la propria testa, e vedere da dove vengono quei pensieri che ci portano a dire parole negative.…

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Partorimento

..E le paranoie moleste -Quanto manca al partorimento mamma?- -Tre mesi amore, ma si dice 'Quanto manca al parto' Non esiste partorimento- -Tre Mesi?! 3 mesi al partorimen...al parto?!- -Si- - E dopo nasce Giada?!- -Si- -O forse nasce Giado- Si intromette M. spingendo il carrello pieno di trigliceridi confezionati in scatole colorate. -Oh, papà dai.. E' uno scherzo? Mo chi è Giado!? Mamma è uno scherzo?!- -Si amore. Che ti dice sempre mamma?- -Di ignorare papà e zio Miky- Guarda il padre che rideva sotto i baffi. - Oh papà, basta scherzare!- -Perchè Giado non va bene?- -Brutto! Non si scherza così!!!!- E mentre i due vanno avanti col battibecco o quello che è ci fermiamo alle casse. La coppia di anziani con il carrello pieno di scorte alimentari degne della cambusa di una nave da crociera sta mettendo sul nastro della cassa il primo articolo. Lei si gira. Mi vede. Si rivolta. Tre millisecobdi dopo si gira il marito, per poi seguire la profilassi della moglie. Già rido. Ebbene si: improvvisamente pare che i due abbiano dimenticato che le loro età messe insieme facciano circa due secoli e con uno scatto che nemmeno Federer svuotano il loro carrello sul nastro in un baleno. Non dico nulla sul fatto che avrei la precedenza perché ci sta che pensano di avere meno tempo di me da vivere. Ma la cassiera mi…

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Il concetto di forza e la sua molteplicità

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Si pensi al concetto di forza: prima associazione che ricorre nell’immaginario comune è l’espressione della potenza muscolare, le gesta che l’uomo compie in uno sforzo fisico dovuto alla contrazione nervosa del tessuto fibroso. Viene naturale utilizzare la parola UOMO nella definizione non letterale di un concetto astratto che detiene un carico valoriale importante. Dunque l’uomo, nell’accezione di essere umano di sesso maschile, diventa un elemento necessario e complementare per la rappresentazione del concetto in questione; di più, egli diventa titolare di una qualità, quella della forza, che è connaturata al suo genere sessuale. Ne consegue che tutto ciò che si trova all’esterno della categoria “uomo” ricopra, dal punto di vista del possesso della forza, un posto gerarchicamente inferiore rispetto al soggetto primo e pertanto sia in qualche modo subordinato alla volontà e all’agire di colui che detiene il potere; donne, animali, piante: tutti in fila dietro “il grande Prometeo”. Eppure, in filosofia, la definizione non è univoca, né legata ad una visione prettamente quantitativa ed anzi, il concetto di forza attraversa la storia assumendo sfaccettature a volte anche contrastanti in epoche e contesti diversi.Termine dinamico e performante, spesso legato all’ambito del meccanicismo, principio preposto alla conversione del caos in ordine: la forza altro non è che l’archè del mondo, elemento fondamentale di trasformazione. Una volta assunta questa definizione, per traslato applicabile anche alla realtà quotidiana della vita come capacità di affrontare…

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Aung San Suu Kyi

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Mamma Suu Mamma Suu, la chiamano.Figlia di un generale comunista birmano, laureata ad Oxford ed ex membro delle Nazioni Unite, Aung San Suu Kyi vince le elezioni del 2015 con 291 seggi, diventando la prima donna Primo Ministro di Myanmar.La sua vocazione politica inizia tanti anni prima: dopo aver fondato la Lega Nazionale per la Democrazia, nel 1988 si scontra in prima persona con il regime militare del generale Saw Maung; arrestata e costretta ai domiciliari, rifiuta la proposta di abbandonare la Nazione e si batte per elezioni libere, in cui trionfa con la Lega nel 1990. La giovane attivista non smette di difendere i propri ideali democratici, di rivendicare la costruzione di scuole libere ed ospedali, di domandare più diritti per il suo popolo e di rimettere in discussione una società macchiata dalla soggiogazione e dalla paura.Con il suo corpo esile ma con una gran voce dilagante, diviene presto vittima di una serie di attentati – fortunatamente tutti sventati – alla libertà e alla sua vita; per oltre quindici anni non le viene revocato lo stato di semilibertà imposto da una dittatura che tenta inutilmente di tenerla sotto scacco. È stata indiscutibilmente uno dei prigionieri politici più famosi al mondo, che con la sua determinazione e grinta, con l’intelligenza e l’onestà di una donna dagli alti valori, ha conquistato la comunità internazionale.Nonostante la vittoria del 2015, il suo governo è…

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